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Inibitori dell'integrasi in fase di sperimentazione


Gli inibitori dell’integrasi in sviluppo clinico più avanzato sono: Elvitegravir e S/GSK1349572.

Elvitegravir richiede potenziamento con Ritonavir; saranno necessari ulteriori dati per determinare la sua utilità nella pratica clinica.

S/GSK1349572 è in una fase di sviluppo clinico precoce, ma ha mostrato un’attività virologica molto potente in uno studio di 10 giorni in ionoterapia.
Sono stati recentemente riportati i primi dati provenienti da studi di fase IIb di S/GSK1349572 in pazienti naive al trattamento.

Lo studio ha esaminato tre dosi ( 10, 25 e 50 mg ) con un braccio di confronto con Efavirenz, ciascuno associato a due inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa.
A 16 settimane, il 90% dei pazienti nel braccio S/GSK1349572 ha raggiunto una soppressione della carica virale inferiore a 50 copie/ml, senza eventi avversi gravi. Questa rapida soppressione della replicazione virale ( nettamente più veloce rispetto a Efavirenz ) è stata in linea con i risultati di studi analoghi di Raltegravir ed Elvitegravir.

S/GSK1349572 ha una lunga emivita, che permette la somministrazione una volta al giorno ( senza potenziamento farmacologico ), e in vitro ha dimostrato di essere attivo nei confronti di alcuni ceppi resistenti a Raltegravir e Elvitegravir.

L’attività in vitro è supportata da dati in vivo.
I pazienti con documentata resistenza a Raltegravir hanno ricevuto per 10 giorni S/GSK1349572 in monoterapia.
E’ stato osservato che l'efficacia di S/GSK1349572 dipendeva dal caratteristiche di resistenza a Raltegravir.

Tutti i pazienti il cui virus aveva mutazioni di resistenza dell’integrasi nel codone 155 o codone 143 hanno risposto al trattamento entro 10 giorni. Al contrario, c'è stata meno attività clinica in situazioni in cui la mutazione di resistenza primaria era nel codone 148 e il virus aveva mutazioni secondarie aggiuntive. ( Xagena2010 )

Powderly WG, J Antimicrob Chemother, 2010; first published online


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